domenica 25 novembre 2012

CRUDELI SONO I GIORNI MA SUBERBO È IL GENIO alla casa internazionale delle donne





DALL' 8 AL 25 NOVEMBRE 

Angela Sajeva 
sarà Elena Tarabotti e Madame de Murat in
"Crudeli sono i giorni 
ma suberbo è il genio"


GIOVEDI' SABATO DOMENICA 15,30 - 17,00 - 18,30
VENERDI' 9,30 - 11,00 - 12,30
tranne
VENERDì 23 Novembre unica replica alle 17.00
DOMENICA 25 Novembre 
le repliche saranno la mattina (9,30 - 11,00)


CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE 
Via della Penitenza, 37





CON
Angela Sajeva
Elena Fazio
Cecilia di Giuli 
Eleonora Aleotti
Ilaria Olimpico
Giusi Cicciò
Marina Gimelli 

REGIA DI 
Roberto Morra

Solo 15 spettatori alla volta...
nella location eccezionale del carcere 
per le donne abusate del buon pastore
 (xvii-xix sec.) 
uno spettacolo itinerante alla scoperta delle biografie delle donne che nell'arco del tempo 
(dal 203 d.c. ai giorni nostri) 
hanno saputo scrivere capolavori imperituri. 

 I GRUPPI NON POTRANNO ECCEDERE LE 15 PERSONE PER TURNO, 
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL NUM. 0668401720


LINK ALL'INVITO FB
https://www.facebook.com/events/378320288908997/?notif_t=plan_user_joined





Ideazione di Oria Gargano e Maria Paola Fiorensoli
Testi di Maria Paola Fiorensoli e Roberto Morra

Regista assistente Elena Fazio
Spazio scenico Laboratori e Laboratori Flegrei
Costumi Lia Aiello
Musiche Flavio Spaducci
Allestimento Doppiaeffe s.r.l.
Ricerca storica Maria Paola Fiorensoli


La mostra-spettacolo si svolge su un percorso guidato nell’eccezionale location del carcere ottocentesco nell’ex complesso del “Buon Pastore”.


Essa attraversa il tempo, dall’età romana ai nostri giorni e utilizza vari linguaggi letterari e artistici per raccontare personaggi femminili straordinari che hanno composto capolavori durante la loro reclusione o alla vigilia dell’esecuzione. Non una scrittura della memoria ma espressione del dramma che si sta vivendo e a livelli altissimi; opere antesignane, di grande valore letterario e antropologico, e di stili diversi: diaristica, narrativa fantastica e visionaria, autobiografica, processuale, epistolare, cronaca. Il percorso evidenzia la capacità delle donne di mantenere risorse interiori e di esprimere talenti nelle situazioni più disperate e attraversa tutti i tipi di reclusione - statuale, familiare, persecutoria (religiosa e politica), monastica (coatta), d’alienazione vera o presunta, vendetta, autoreclusione – sottolineando il coraggio, la forza creativa, gli apporti di una genialità irriducibile e misconosciuta. La reclusione è sessuata ma la mostra-spettacolo vuole raccontare le donne non come al solito, non come vittime, poiché non esiste una miseria femminile infinita contrapposta a un’epifania di crudeltà maschile.
La violenza è sistemica, è dentro le cose, accade perchè esistono i presupposti sociali, politici economici culturali, di atteggiamento, che la rendono così forte.

La mostra-spettacolo si conclude non a caso il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne intitolata alle tre sorelle Mirabal (Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa), eroine della resistenza dominicana sotto la dittatura di Trujillo Molino.

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